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Bottazzi: ''Coordinare l'attività di base dell'Academy di rientro dall'Inghilterra. Lavorare sodo con un sorriso a fine allenamento''

News Academy

L'U.S. Fiorenzuola Academy durante gli scorsi mesi si è aperta ad una mentalità nuova e di respiro internazionale.

Non a caso, a giugno 2018 è stato organizzato a Fiorenzuola il primo Tottenham Hotspur's Training Camp, un Day Camp settimanale per i bambini dai 7 ai 12 anni che ha visto lavorare 3 istruttori inglesi insieme a 3 istruttori dell'Academy rossonera per una settimana del tutto innovativa in Val d'Arda.

Uno degli istruttori che meglio incarna questa idea, nell'Academy, è Francesco Bottazzi, giovane preparatore valdardese di ritorno da un anno di formazione e di lavoro a Londra.

Francesco in questa stagione si occupa dell'ambito coordinativo della fascia di base (Pulcini ed Esordienti), un ruolo fondamentale per alzare l'asticella del lavoro nel settore giovanile dell'U.S. Fiorenzuola.

Con lui abbiamo scambiato quattro chiacchiere per capire le sue prime sensazioni sulla stagione in corso.

 

- Quest’anno per te un compito delicatissimo e nuovo, quello coordinativo per l’attivita’ di base dell’Academy. Come e’ stato l’impatto per te e come pensi che i ragazzi abbiano reagito a questa novita’ in questo inizio di stagione?

Lavorare con i ragazzi dell'Academy dai 7 ai 12 anni è un compito molto complesso: le richieste devono essere sempre focalizzate sulla loro crescita coordinativa e fisica, nell'età "d'oro" dello sviluppo, ma l'aspetto educativo forse è la parte predominante in questa fascia d'età, senza mai dimenticare la parte ludica che a quest'età è fondamentale.

I ragazzi rispondono bene per ora, sanno che quando lavoriamo insieme si suda, si lavora tanto, le richieste sono molto impegnative ma poi un sorriso a fine allenamento non manca mai.

- Il secondo anno per te al Fiorenzuola, inframezzato da un anno formativo lontano da casa. Raccontaci un aneddoto della vita calcistica in Inghilterra e le differenze con la metodologia italiana.

L'anno inglese mi ha formato molto come metodica di lavoro, la praticità, l'etica del lavoro e l'attitudine a non lamentartsi quasi mai, abbassando la testa e puntare a un lavoro solido sono i punti cardine che mi porto dall'esperienza dall'oltremanica; vorrei trasmetterlo sempre di più ai ragazzi a prescindere dal calcio. Meno scuse e più sacrificio. - 

- Hai potuto vedere di persona la metodologia del Tottenham qui a Fiorenzuola quest’estate nel camp organizzato dalla societa’ rossonera. Per te, di rientro proprio dall’Inghilterra, che esperienza e’ stata? Cosa porti di nuovo nel tuo bagaglio tecnico da queste tue esperienze?

Come prima cosa ringrazio la società per avermi dato la possibilità di fare questa esperienza estremamente formativa, lavorare con tecnici di un settore giovanile di Premier League non capita tutti i giorni. 

Parlando con loro ho capito ancora di più capito che bisogna essere rapidi e diretti nella spiegazione dell'esercizio, accompagnarli nello svolgimento e tenere attenzione e intensità alte; il calcio moderno sta cambiando, sì velocizza il modo di pensare e di agire: il nostro compito è di prepararli a questo.

- Un anno di intermezzo tra la tua esperienza con i Giovanissimi Interprovinciali e questa nuova avventura. Ti sembra un’Academy nuova o cambiata?

Ringrazio sia Luigi Galli, che due anni fa mi ha dato la possibilità di fare l'esperienza dei Giovanissimi Interprovinciali dandomi fiducia e ringrazio altrettanto Simone Di Battista ,che dopo un anno all'estero mi ha rinnovato la fiducia. Questo non era per nulla scontato, non conoscendoci.

Vedo un Academy che ha mantenuto quella che secondo me è la sua forza: essere una grande famiglia, tra tutti i tecnici c'è un clima ottimo; per quanto riguarda il lato pratico abbiamo a disposizione spazi, materiale e collaboratori al pari di società professionistiche e mi fa essere fiero di far parte della famiglia U.S. Fiorenzuola Academy.